Nofollow

Nofollow

Nofollow (che va scritto in minuscolo: nofollow) è un comando che possiamo impartire a Google e agli altri motori di ricerca. Usandolo diciamo ai motori di ricerca di non usare una determinata URL (o link, se si preferisce) per determinare il ranking del sito beneficiario del link all’interno dell’indice del motore di ricerca in questione.

 

Messa in maniera più semplice, è come se dicessimo a Google: “okay, voglio essere indicizzato, ma nel processo di indicizzazione non usare questo link per giudicare la qualità del mio sito”. È un comando che può essere utilizzato e che funziona sia sui link interni (ovvero, quelli che rimandano a un’altra pagina del tuo sito), sia sui link esterni, cioè quelli che rimandano a un contenuto esterno al sito.

 

Con il comando nofollow diciamo ai motori di ricerca di non seguire ed indicizzare il contenuto beneficiario del link.

 

1. Informazioni propedeutiche

Come abbiamo già suggerito in altre voci relative alle direttive per i motori di ricerca, se non hai la minima idea di cosa stiamo parlando ti consigliamo di dare uno sguardo ai concetti base della SEO, e quindi di leggere almeno le nostre voci di glossario su crawler, file robots.txt, scansione e indicizzazione. Trovi i link diretti alle voci nella sezione Leggi anche, presente in fondo a questo articolo.

 

Rispetto all’importanza del giusto utilizzo del comando nofollow, devi sapere che ogni link trasferisce una porzione di authority (chiamata anche juice) al contenuto beneficiario del link. 

I link, sia interni che esterni, devono essere gestiti in maniera strategica, per rilasciare le giuste informazioni ai motori di ricerca. Per esempio, un link verso la pagina “Privacy” del nostro sito, che non è strategica rispetto al contenuto generale del sito, trattandosi di una pagina di servizio obbligatoria, potrà essere impostato in modalità nofollow.

 

2.   Come usare correttamente il comando nofollow

Gli usi più comuni di nofollow riguardano ad esempio i link nei commenti sotto a un articolo, o comunque tutti quegli elementi presenti nel tuo sito su cui non hai controllo. Ad esempio: link sponsorizzati, widget e infografiche (e più in generale tutto il materiale embedded), link presenti nei post degli ospiti, e così via. Questo perché è importante che i link risultino “naturali” agli occhi di Google, non forzati, meno che mai comprati.

 

Un link nofollow deve essere usato in maniera strategica. Anche se ritieni che tutti i contenuti del tuo sito siano validi, puoi comunque scegliere di “nofollowarne” alcuni per dare maggiore risalto a quelli davvero importanti.

Attenzione: il nofollow su una determinata URL non impedirà che la pagina a cui il link rimanda venga scansionata; impedirà solamente che venga scansionata da quel link. Google stessa, in una pagina dedicata ai consigli SEO, dice chiaramente che se un altro sito rimanda a un link su cui noi abbiamo impostato la funzione nofollow, la pagina in questione potrebbe apparire ugualmente nei risultati delle ricerche.

 

Due ulteriori note prima di chiudere:

 

  1. se una pagina è linkata all’interno del sito in modalità nofollow ma appare nella Sitemap, essa potrebbe apparire comunque nei risultati di ricerca;
  2. il comando nofollow deve essere utilizzato strategicamente in combinazione con il comando noindex: il nostro consulente SEO dovrà aiutarci a definire, per ogni contenuto, se vogliamo che i motori di ricerca lo indicizzino o meno e se vogliamo che ne seguano o meno i link;
  3. dal punto di vista pratico dobbiamo sapere sempre se i link che riceviamo sono stati impostati in modalità nofollow o meno, specialmente se sono inseriti in una specifica strategia di backlinking.

 

Suggeriamo di dare uno sguardo alla pagina di assistenza Google sopra linkata anche per un’altra ragione. A partire da settembre 2019 esistono infatti due nuovi comandi: rel=“sponsored” e rel=“ugc”, che servono a segnalare al motore di ricerca se si tratta rispettivamente di contenuti sponsorizzati o generati dagli utenti. In questo modo sarà più agevole indicare ai crawler anche su quali tipi di contenuti vogliamo precisamente applicare il nofollow.

Tag: Seo
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